Problem solving: ti piacerebbe saper affrontare nel migliore dei modi le sfide quotidiane che la vita ti propone?
Se la risposta è “sì”, continua a leggere: ti darò degli utili consigli che ti aiuteranno a sviluppare e implementare la tua attitudine al problem solving.
Problem solving: tutti affrontano importanti sfide
Che ti piaccia o no crederlo, tutti hanno i loro “problemi”, pensieri e sfide da affrontare. Anche quando pensiamo che una persona abbia “tutto”, in realtà stiamo vedendo solo una parte molto limitata della sua vita. Quante volte, conoscendo più a fondo le persone, abbiamo detto “non avrei mai immaginato che tu stessi passando questo”? Scommetto che è capitato anche a te almeno una volta nella vita! ?
Quindi, se una persona ti sembra essere più “fortunata” di te, molto spesso ha semplicemente sviluppato un’attitudine al problem solving migliore della tua, usando la mente a proprio vantaggio per ottenere risultati efficaci e spesso veloci.
Vediamo insieme quali possono essere le migliori strategie di problem solving.
1. USA LA TESTA!
Eh sì, è dalla tua testa che parte tutto! Scegli di “pensare in maniera calma”, quasi come se il problema non fosse il tuo. Distaccati dalla questione e analizzala “quasi con indifferenza”, come se fosse un quadro che devi guardare da lontano per poterne cogliere i particolari.
2. PROPONI A TE STESSO DELLE SOLUZIONI
Smettila di pensare al problema e focalizzati solo ed esclusivamente sulla soluzione. La soluzione può non avere effetti immediati, potrebbe richiedere delle azioni continuative da applicare con costanza e quotidianamente. Ma tu non avere fretta: qualunque sia la portata del tuo problema, ricorda: anche i miracoli richiedono del tempo!
3. SDRAMMATIZZA E SORRIDI!
Per spiegare meglio l’importanza del sorriso nel processo di risoluzione dei problemi ti racconto questo aneddoto.
Un giorno un padre, rientrato a casa, trovò questa lettera sul tavolo:
«E’ con grande rammarico e dispiacere che ti scrivo. Sono dovuto fuggire con la mia nuova fidanzata perché volevo evitare scenate con mamma e con te. Provo una vera passione per Stacy, lei è così bella, ma sapevo anche che non avresti dato la tua approvazione a causa dei suoi piercing, dei tatuaggi, dei vestiti stretti che indossa e per il fatto che lei è molto più grande di me. Ma non è solo una questione di passione, papà: lei è incinta. Stacy dice che insieme saremo molto felici. Possiede un caravan nei boschi e ha una pila di legna da ardere per tutto l’inverno. Noi condividiamo un sogno: avere molti altri bambini».
«Stacy – prosegue la lettera – mi ha aperto gli occhi sul fatto che la marijuana, in realtà, non fa male a nessuno. La coltiveremo per noi stessi e per altre persone in cambio di tutta la cocaina e l’ecstasy che vogliamo. Nel frattempo, preghiamo affinché la scienza trovi una cura per l’Aids in modo che Stacy possa migliorare e stare bene. Sicuramente se lo merita. Non ti preoccupare, papà. Ho 15 anni e so come prendermi cura di me stesso. Sono sicuro che un giorno torneremo a incontrarci, in modo che tu possa conoscere i tuoi tanti nipoti. Con amore, Joshua».
Ma la lettera non finisce così: c’è un post scriptum con colpo di scena.
«Papà, nessuna delle cose che ho scritto sopra è vera. In questo momento sono a casa di Jason. Volevo solo ricordarti che nella vita ci sono cose peggiori rispetto alla pagella che ti ho lasciato sul tavolo della cucina.»
Divertente, vero? ?
Ed è proprio così: anzi, sdrammatizzare è forse la parte più importante. Perché uno dei motivi per i quali i problemi diventano “grandi” è che siamo noi stessi a ingigantirli. Magari con urla, agitazione, pianti.
E se invece fossero una bella opportunità di rinascita e crescita?
Scrivimi cosa ne pensi nei commenti!
Al prossimo post.
Myriam