Hai mai sentito parlare di legge dell’Attrazione?
Hai cercato di avvicinartici, ma con scarsi risultati?
Se sì, allora saprai che secondo gli studiosi l’Universo è soggetto a molteplici leggi fisiche. Queste leggi non possono subire cambiamenti, e sono, per quel che ne sappiamo, immutabili e costanti nel tempo (e nei millenni!).
Sono, insomma, davvero importanti… e hanno pienamente valore sull’individuo, anche agendo sulla materia.
Legge d’Attrazione, bisogni e… pensieri
La legge dell’Attrazione mette in stretta relazione quelli che sono i bisogni della persona con la natura dei suoi stessi pensieri.
La base della teoria delle legge d’Attrazione si basa su principi legati all’energia, che, in quanto tale, è in grado di attrarre altra energia simile a se stessa. L’energia è anche determinata dallo stato emozionale della persona.
Viene chiamata gergalmente “vibrazione”, che a sua volta può essere negativa o positiva. Ovviamente non è necessario acquisire poteri per percepire le vibrazioni, si tratta semplicemente di una forma energetica vibrazionale reale.
Prima di immaginare un nuovo “futuro”, la prima cosa da fare è…
Spesso le emozioni, e le conseguenti vibrazioni, sono generate dall’inconscio, che va oltre tutto, oltre i nostri pensieri.
E chiedere all’inconscio di “dimenticare” può funzionare in alcuni casi… in altri, è meglio chiedere alla mente razionale di “accettare”.
Tutte le vibrazioni positive sono legate alla felicità, amore, gioia, spensieratezza, orgoglio, eccitazione, affetto e fiducia. Diversamente, le emozioni di delusione, solitudine, tristezza, rabbia e dolore, generano vibrazioni “basse”.
Il primo (e sottovalutato) modo per sfruttare dunque l’ampio potenziale della legge d’attrazione è accettare la realtà così com’è, quindi le proprie responsabilità su parte degli eventi esterni.
Questo perché non c’è nulla che possa cambiare se non viene prima serenamente accettato.
È bene accettare ogni forma di responsabilità, (attenzione: responsabilità, non colpa!).
Questo modo di pensare allontanerà più velocemente la mente dal senso di ingiustizia o inadeguatezza rispetto a una situazione vissuta come dolorosa.